Vanamente e solo sfiorato con la mente
di pavoni levigati nel latte garrire per i sozzi sospiri
i languidi lacci che in binari abbracci si ricongiungono a certi umori
e non vola forse quel serpente le cui lenti sottili
ingigantiscono un muscolo sanguinante di ego
e le colombe pure friniscono al suo abbaiare
mentre il ventre lurido di cenere e plastica coassiale
in corde mute masturbate dagli scheletri
si strugge per un stilla pigra nelle catena di montaggio
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